Conosciuto anche come Ercole, eroe greco reso immortale ed elevato a dio dalle altre divinità olimpiche.

Figlio di Zeus e di Alcmena.

Nato a Tebe, trascorse la sua prima giovinezza come pastore sul monte Citerone, dove foggiò la sua clava.

Era, adirata per l'ennesimo tradimento di Zeus, si vendicò sconvolgendo la mente di Eracle, che uccise la moglie Megara e i figli. Tornato in sé, chiese all'oracolo di Delfi il modo per espiare le proprie colpe: questi rispose che avrebbe dovuto mettersi al servizio di Euristeo, re delle città di Argo, Micene e Tirinto.

Euristeo gli impose le famose dodici fatiche: 1) il leone di Nemea, 2) l'idra di Lerna; 3) la cerva di Cerinea; 4) il cinghiale di Erimanto; 5) gli uccelli della palude di Stinfalo; 6) le stalle di re Augia; 7) le cavalle di Diomede; 8) il toro di Minosse; 9) il cinto di Ippolita; 10) i buoi di Gerione; 11) i pomi delle Esperidi; 12) la cattura di Cerbero.

Superate le dodici fatiche, Eracle venne liberato da Euristeo.

La sua vita fu attraversata da una lunga serie di tragedie, legate alle sue imprese che spesso terminavano con atroci delitti.

Assalito da tormenti interiori, Eracle si fece preparare un rogo sul monte Eta, ma venne rispamiato dalle divinità, che lo accolsero tra loro donandogli l'immortalità.